Pizzaiola in Danimarca

Ieri, per lavoro, ho conosciuto una giovanissima ragazza.

Nicoletta (il nome è di fantasia) era una delle candidate da esaminare per il conseguitmento della patente di guida dell’automobile.

Diciotto anni compiuti da poco, sorridente e spigliata a parte una evidente apprensione per l’esame di guida da sostenere.

Prima di procedere con l’esame è mia consuetudine scambiare qualche chiacchiera con i candidati per rompere il ghiaccio e allentare la tensione emotiva che, spesso, è causa principale di un esito negativo della prova di guida su strada. I giovani d’oggi sono molto ansiosi.

Ma torniamo a Nicoletta.  Nel breve scambio dialettico pre-esame mi racconta che, dopo le festività natalizie, partirà per la Danimarca dove la aspetta un lavoro in pizzeria.

Nicoletta, le chiedo, hai parenti in Danimarca?

La sua risposta è “solo amici”.

E con l’inglese, come te la cavi?

Abbastanza.

Conti di tornare in Sicilia un giorno?

NO (la risposta è stata secca e non ne chiedo il motivo, conosco già la risposta)

Ok, adesso è tempo di iniziare la prova di guida, sei pronta?

Si.

Bene, parti quando vuoi…

Nicoletta ha superato la prova pratica  ed ha conseguito la patente di guida.

L’anno prossimo dovrà convertire la patente da italiana a danese e, probabilmente, non la riconvertirà mai più.

Io non credo che la sua scelta di partire sia stata motivata solo dalla voglia di conoscere il mondo. Non credo proprio.

Vederli crescere e scappare dalla propria terra, giorno dopo giorno, è una sofferenza, un danno incalcolabile.

Chiudo il post così:

I tempi cambiano ma più di quel che i giovani fanno c’è quel che
i meno giovani potrebbero fare ma non si sentono in dovere di fare
.

(cit. di Fabiola Baldanza in un commento a un post nel gruppo Facebook Camastra-AG)

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