Noi siamo fatti così

Il Sud sta morendo, 11 milioni di giovani sono già andati ia e altri si preparano a partire. Camastra, in provincia di Agrigento, non è immune al fenomeno.

Leggo oggi un articolo su AgrigentoNotizie.it che racconta la storia di Mauro Montante, un business man agrigentino trapiantato da tempo a Milano.

Da qualche  tempo la giornalista Federica Barbadoro, su AgrigentoNotizie.it, racconta le storie di quegli agrigentini che, per scelta o per bisogno, hanno deciso di lasciare la propria terra (e i propri affetti) in cerca di un futuro migliore e ce l’hanno  fatta.

La rubrica di Federica Barbadoro, per me, è diventata un appuntamento fisso che mi piace leggere regolarmente, per conoscere le storie di chi è andato via ed è riuscito a realizzare i propri sogni.

Mi piace leggere (anche se non ci sarebbe bisogno) le motivazioni che hanno indotto tanti nostri giovani ad andare via da casa propria. Cosa rifarebbero oggi e cosa non farebbero mai più.

Lo schema delle interviste della Barbadoro è semplice ma efficace. Si articolano in sei domande (sempre le stesse) che vengono rivolte all’intervistato di turno:

  1. Raccontaci la tua storia
  2. Perchè hai deciso di lasciare la tua città?
  3. Ti manca la tua citta?
  4. Un consiglio ai giovani agrigentini
  5. Sogni di tornare?
  6. In cosa dovrebbe migliorare Agrigento?

Con le risposte alle prime tre domande, l’intervistato, si racconta, racconta le motivazioni che lo hanno indotto ad andare via. Con le risposte alle ultime domande, invece, ci sono in consigli degli ntervistati per i giovani conterranei che ancora vivono in sicilia;  La possibilità di un loro ritorno a cas. I consigli sulle cose migliorare in Sicilia,  per dare ai nostri giovani motivo di restare.

Sono tutte belle storie quelle che ho letto fino ad oggi e tutte hanno un “invisibile filo comune” che le lega l’una all’altra, indissolubilmente.

Tutti gli intervistati, nessuno escluso, confessano la loro nostalgia di casa, della famiglia, degli amici, delle belle giornate di sole, del mare, della nostra cucina, dei dolci siciliani. Il desiderio del ritorno a casa, prima o poi. Alcuni degli intervistati sono già ritornati a casa.

Aldilà dei successi conseguiti noi siciliani siamo fatti così. Non riusciremo mai a tagliare il cordone ombelicale che ci lega saldamente alla nostra terra.

Ovunque andiamo, ovunque ci spostiamo per lavoro o piacere, quando siamo sul traghetto, in direzione Sicilia -già sul mare dello stretto – ci sentiamo a casa nostra, riusciamo persino a respirare un’aria diversa da quella respirata, solo pochi minuti prima, a Villa San Giovanni, in Calabria: “l’aria di casa nostra”. Si, noi Siciliani, siamo fatti proprio così.

Chiudo questo con alcune frasi estrapolate da una delle ultime interviste pubblicate da Federica Barbadoro:

  • ‘Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso”. (Luigi Pirandello)
  • “Noi agrigentini abbiamo un rapporto esclusivo con la nostra terra, con le nostre radici difficilmente spiegabile e rintracciabile da altre parti”.
  • “non siamo cittadini di serie B, dobbiamo disabituarci a pensarci tali”.

Se volete dare un’occhiata a tutte le storie pubblicate su AgrigentoNotizie.it, basta che seguiate questo link.

foto: da internet

 

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